Giardini di Carta. Una camminata nel parco.

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Ho sognato un libro che si apra,

come il cancello di un giardino abbandonato

Christian Bobin

Giardini di Carta è un compendio indispensabile per chi ama la letteratura; scrittori e scrittrici che hanno parlato attraverso il “verde”: Proust, Gide, Colette, Sartre e De Beauvoir, Marguerite Duras, Patrick Modiano.

 

Perdersi tra viole, timo e rose

un candore

tipico Ottocentesco.

Il giardino

luogo delle esperienze:

amori, mani sfiorate,

dichiarazioni strappate,

accompagna le vite 

nel loro succedersi.

Rettangolare,

esteso,

dalle mille varietà,

ogni fiore

un sentimento;

quello Pubblico 

una palestra,

il confronto con gli altri

non solo il cuore,

ma la forza

il coraggio.

Piano piano

il giardino è dentro di noi

siamo noi

anche nel nostro nome

e lo raccontiamo 

con i versi e le parole

che meglio riflettono

il sentire lieve,

pungente,

aspro

o avvolgente 

come un abbraccio.

Verde, toni pastello

perdersi e viversi in esso

esercizio di vita 

per capire quale giardino siamo

cosa è meglio concimare,

la nostra terra è sana ?

siamo pronti per far esplodere 

coriandoli di odori e colori ?

Se il giardino cresce

anche la mia anima lo fa,

e quando una panchina

accoglierà

saremo in grado di aprire

quel cancello

che prezioso 

ha custodito

il nostro tesoro.

Il mio monito è il giardino selvaggio, colui che sostiene la nostra creatività in maniera razionale. Costruiamo spazi dettati dall’istinto, costruiamo luoghi che riescono a mettere nel “fuori” la nostra estrosità, dove le regole possiamo dettarle noi. Per una volta. E nessun altro.

Giardini di Carta, Évelyne Bloch-Dano, Add Editore

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